Da Sharing Economy a Community Economy
Riporto, riveduta e adattata, una riflessione di Alessandro Montico, che ringrazio, sul passaggio naturale da Sharing Economy a Community Economy.
Puoi leggere qui un altro articolo di approfondimento: Un po’ di chiarezza sulla Sharing Economy oppure guardare le pagine del sito diegobalboni.it/sharing-economy/
Oggi si parla sempre più spesso di community (a dirla tutta preferirei gruppo o comunità… ma tant’è).
La community nasce intorno ad un’idea o, meglio, ad una proposta di valore che viene condivisa da un’impresa, da un team o anche da una singola persona. Chi partecipa non è un ricettore di un messaggio bensì parte attiva di un sistema di valore che condivide e supporta. Chi fa parte di una community, non cerca un vantaggio opportunistico ma è mosso da una motivazione che guida il comportamento di una persona che esegue un compito o un’attività, spinto dal desiderio di fare bene a sé e agli altri. L’affermazione che si cerca, pertanto, non è personale ma collettiva: c’è sempre un obiettivo comune, uno scopo che unisce e guida nell’azione.
Attraverso una co-progettazione continua le aziende che si basano sulle community, immettono sul mercato dei servizi/prodotti che hanno già un pubblico di riferimento – perché sono l’espressione di quel bisogno – e come tali sono potenzialmente più competitivi degli attori tradizionali.
Questo nuovo modo di fare impresa e di trattare con i clienti non è il vezzo di un momento ma è un segnale di un profondo cambiamento destinato a rimanere nel tempo
Non sarebbe bello effettuare il lancio di una nuova linea di prodotti sapendo che avrai ottimi tassi di conversione fin dall’inizio? Ecco che il tempo e l’energia che investi nella costruzione di una community per il brand daranno il meglio. La fedeltà dei clienti sarà così elevata che i clienti saranno aperti ad accettare il nuovo prodotto che proponi.
Tradizionalmente, distribuire nuovi prodotti al pubblico richiede molto tempo e molte risorse. Ma i brand che possiedono una community forte hanno un vantaggio, per l’appunto la community di clienti esistenti, che facilita l’avvio di campagne per nuovi prodotti.
I clienti si fidano del fatto che il brand lancerà solo prodotti validi, quindi la resistenza è minore e minori saranno le obiezioni: tutto questo porterà ad avere molte più opportunità e consensi.
Le aziende che punteranno a fare community e tutti i membri che ne faranno parte, avranno molto probabilmente un futuro più forte, basato sulla community economy, avendo:
+ Potere di acquisto
+ Pubblico (già presente e numeroso)
+ Consensi
+ Opportunità
+ Sconti e incentivi
+ Fidelizzazione
Ora che hai conosciuto i grandi vantaggi della Sharing Economy e della Community Sharing, che ne dici di iniziare a sfruttarli anche tu?
Che ne dici quindi di raccogliere le giuste informazioni?
In che modo vuoi farlo?
Puoi contattarmi anche tramite WhatsApp, cosa aspetti?